news_tenuta_asinara

9 Settembre 2015 – Scritto da Andrea Pilu e Federico Harrasser e pubblicato su SaperediVino 

– Siamo in una terra dove i Romani hanno iniziato a coltivare la vite ancor prima che si scoprisse l’importanza del fare vino. In Sardegna, nella costa occidenteale, in località Marritza vicino a Sorso, dove i venti di maestrale e quelli di trmontana si inseguono in una corsa eterna, i territori prendono il nome di Romangia e si affacciano sul golfo dell’Asinara.
Roberto Sassu, imprenditore di successo, viene descritto come ambizioso, capace, con una buona dose di autoctona testardaggine sarda, è l’uomo da cui ha preso piede questo sogno: Tenuta Asinara.Quali luoghi migliori per noi di Saperedivino per incontrare chi il “sapere-di-vino” l’ha incontrato per davvero…
Si, perchè qui il Maestro Giacomo Tachis è stato chiamato per mettere a dimora i circa venti ettari di vigneto che disegnano questa tenuta.Il saliscendi delle colline morbide, mai ripide, stacca il paesaggio dal mare alla terra e qui vengono coltivate le uve autoctone come il Vermentino di Sardegna e il Cannonau, insieme ad uvaggi internazionali come il Syrah, Il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e il Merlot.La Tenuta Asinara unisce la tradizione contadina sarda con la voglia di produrre vini sempre più moderni, utilizzando acciaio e legno in un abile connubio e portando alla luce versioni sempre più interessanti dei vini sardi.Un grazie a Luisa Teatini che ci ha accolti e, con simpatia e professionalità, ci ha guidati alla scoperta di questa splendida realtà
in un contesto più che bucolito: una tavola rotonda che dai vigneti conduceva lo sguardo, prima sulle sensuali coste del golfo, poi a
perdersi verso l’orizzonte…I primi vini assaggiati sono i due Martinotti: il Birbante Bianco e Rosato, prodotti utilizzando le uve del diradamento del Vermentino e del Cannonau che porteranno poi alla nascita dell’indolente bianco e dell’indolente rosso.Il vermentino è un vino molto profumato e, nel passaggio da Charmat a vino fermo, i profumi si evolvono passando da un sparkling
fresco e beverino, quasi institivamente mediterraneo, ad uno più complesso dove i profumi della macchia mediterranea lasciano ilnews_tenuta_asinara2
giusto spazio ad una mineralità di cui i terreni della Romangia sono caratterizzati.Il vino che ci ha saputo stupire su tutti è l’indolente Rosso, il Cannonau in purezza dell’azienda, vinifica esclusivamente in acciaio.In questo vino sono esaltati i profumi primari, i più leggeri e morbidi che escono e si palesano come carattere distintivo e innovativo.L’indolente Rosso è uno dei primi Cannonau che abbiamo assaggiato che, pur avendo una gradazione alcolica importante (15%vol.) lascia la beva leggera: mai troppo austera e complicata, donandoci un prodotto dall’indiscutibile pregio.Bevendo il vino di un’azienda si ha anche la possibilità, se attenti, di conoscere il carattere di chi l’ha ideato.Arriviamo infatti a provare i due vini internazionali della Tenuta Asinara, voluti da Sassu in collaborazione con Tachis.Da uve Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, nasce Herculis: un taglio bordolese classico che ha delle caratteristiche decisivamente piaciose; è un vino buono e con un corpo elegante, un carattere sofisticato e nobile grazie alle uve Cabernet che gli donano forza e spessore.Noi di Saperdivino non siamo grandi amanti dei vini italiani prodotti da uve internazionali ma bisogna riconoscere come, soprattutto il Cabernet, in Sardegna assuma note e caratteri molto interessanti e spesso complesse.
Da una sapiente osservazione critica dell’Herculis è nato poi Hassan il vino che secondo noi evolve il precedente, ancorandosi ancor più alla Terra da cui proviene.Vino prodotto con uve Cannonau, Cabernet Sauvignon, Merlot e piccole percentuali di Syrah, in esso risiede maggior fiducia da parte nostra, proprio per l’interessamente matrimonio tra il Cannonau e le uve straniere.
Insieme danno vita ad un vino con un anima, una vena pulsante che parte in modo diretto dalla caparbietà dell’isola da cui nasce.La Tenuta Asinara è un azienda che non solo produce vini buoni ma, seppur molto giovane, è stata in grado di condensare buone dosi di territorialità e tradizioni sarda con spiccate capacità di intraprendenza.L’invito che vi facciamo, caldamente, è non solo di provare i loro vini ma di andare a visitare i vigneti, camminare tra i filari, solo cosi conoscerete una piccola parte di Sardegna che ancora ignoravate esistesse.

Link Articolo Originale saperedivino.it