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16 Marzo 2015 – Scritto da Giovanni Fancello e pubblicato sul blog d’autore IN COGHINA, La Nuova Sardegna

– Alla fine del XV secolo il Mediterraneo era un bacino ingestibile.
Per tutta la prima metà del Cinquecento, fu dominato dai fratelli Aroudj e Kheir ed-Dinn, soprannominati “I Barbarossa”.
Per tutto il secolo, l’Asinara, disabitata, rimase sotto controllo arabo, e tutt’oggi, una cala viene chiamata Cala Barbarossa e Punta Barbarossa.Kheir ed-Dinn, ottenuto dal fratello il governo di Algeri, ne fortificò il porto e la trasformò nella più temuta città-Stato corsara del Mediterraneo. Nel 1519 Carlo I d’Asburgo, fu stato eletto imperatore della Spagna, con il nome di Carlo V.
Al tempo, si racconta, che un pastorello sardo, che aveva dimora nell’isola dell’Asinara, nonostante la presenza dei corsari, e continuava a vivervi, con vari nuclei pastorali che conducevano al pascolo capre, pecore e maiali. Il fanciullo sarebbe stato portato in Africa da Kheir ed-Dinn, tra il 1505 e il 1508, all’età di 10-12 anni. Il pastorello, a differenza di tanti altri prigionieri, per la sua intelligenza, venne istruito e si legò sempre di più al padre putativo.
Gli si diede il nome di Hassan-Aga, a motivo della sua grande bellezza (hassan in arabo significa bello). Nel 1531-32 , per la sua dimostrata abilità, prese parte attiva alla beffa fatta dal Barbarossa ad Andrea Doria: la cattura nel mar ligure di due navi cariche di viveri, munizioni, partite da Genova e dirette a la Spezia.Hassan-Aga nel 1533, venne nominato comandante generale dell’armata algerina. Le sue talentuose doti erano ormai riconosciute da tutti.
Carlo V, dopo aver conquistato nel 1535 Tunisi, volle allargare il suo impero fino ad Algeri, con la motivazione che da questa città partivano navi corsare, per compiere incursioni sulle coste spagnole. Nell’agosto del 1541, l’imperatore Carlo V si organizzò per la conquista della città di Algeri.La flotta incappò in una tempesta, si fermò a Bonifaccio e riparò ad Alghero il 7.10.1541, assieme ad Andrea Doria. Il corpo di spedizione era formato da 516 vele, 300 navi, più 157 navi con provviste per l’equipaggio di 13.300 marinai e 23000 soldati e 5000 cavalli.Hassan governatore di Algeri fu informato sull’intenzione di Carlo V, diede ordine di osservare le mosse della flotta avversaria. La sua forza difensiva era di gran lunga inferiore.
Il 19.10.1541 Carlo V arriva sulle coste di Algeri, sotto una minacciosa tempesta; le truppe sbarcano il 23.index17
L’imperatore appena sbarcato invia un parlamentare ad Hassan –Aga, un castigliano don Lorenzo Manuel e così si esprime: “Il mio stimatissimo capo Carlo V imperatore dei due mondi ti fa conscio che se vuoi evitare la guerra non altra scelta ti rimane che quella di consegnarmi le chiavi della città. Devi, inoltre, abjurare la tua religione per adottare quella dei vincitori, la religione che, a ragion veduta, è anche la tua giacché sei nato cristiano. Non sei sardo e mussulmano convertito in tenera età per volere di Kherir-ed-Dinn che ti ha fatto capo di una città conquistata con la forza? Hassan-Aga sii saggio e rifletti finché ne hai tempo: in caso contrario tu subirai la medesima sconfitta che il Barbarossa ha subito a Tunisi e perderai la vita poiché gli spagnoli ti odiano nonostante che l’Imperatore sia propenso si usare clemenza verso di te”.

Hassan replica: “ Il mio unico desiderio è quello di difendere il mio onore con le armi: io sono prontissimo a morire se la forza del numero travolgerà e supererà il coraggio ed il disprezzo per il nemico. Non riesco a capire perché tu venga a darmi consigli: se il tuo capo ha ottimi soldati, valenti artiglieri, splendidi cavalli, tutto ciò a me non fa difetto. Digli che io ed il Barbarossa confidiamo fortemente in Maometto ed io confido sugli algerini che si sono resi illustrissimi sconfiggendo Diego de Vera ed Hugo de Moncada. Verranno nuove glorie ad Algeri nei secoli per la sconfitta che gli abitanti infliggeranno all’imperatore dei due mondi. Allah è con noi e perciò siamo invincibili”.
Il 24 ottobre, lunedì, l’armata, sotto il perdurare della tempesta, si mosse all’attacco. Hassan, in risposta, aprì le porte della città e a cavallo di un destriero, alla testa di mille cavalieri, lottò con eroismo. La lotta fu cruenta e Hassan vinse la battaglia.index1377
Carlo V, il 26 mattina, valutando la sconfitta vicina, ordinò la ritirata delle truppe. Tutti i cavalli furono uccisi, compreso il suo.Andrea Doria intuita la difficoltà, consigliò l’immediata partenza della restante flotta e truppa, con direzione Spagna. L’imperatore salì sulla galera il 1° novembre.Hassan-Aga dopo la battaglia, fu nominato terzo re di Algeri, per aver sconfitto l’imperatore dei due mondi, in Africa.Muore per le insistenti e incurabili febbri ad Algeri, negli ultimi giorni di settembre del 1545 (o 1543), e fu sepolto in una tomba fuori dalla porta di Bad-Azout della città, nel cimitero dei Re.

Hassan, oggi rinasce. Il suo nome è stato dato ad un vino, ottenuto da uve raccolte nel Golfo dell’Asinara, da Grazia e Roberto Sassu, delle Tenute Asinara, che hanno voluto far rivivere la storia di un prode pastorello sardo che sconfisse il re di un impero dove non tramontava mai il sole.Per meglio descrivere l’Hassan di oggi, ho chiesto aiuto al sommelier AIS Giorgio Demuru. Insieme al quale lo abbiamo battezzato qualche giorno fa, facendone diversi, inebrianti e prolungati assaggi.
Io da “padrino”, ispiratore del nome, non posso che apprezzare “il figlioccio” che ha dato dignità alla storia della nostra isola, che al tempo viveva sotto l’abbandono e lo sfruttamento della corona spagnola.

A te Giorgio la parola.

Storia affascinante, caro Giovanni, e quando si nasce predestinati, soddisfare le aspettative è un’impresa che richiede talento naturale supportato da grande applicazione.
E il nuovo arrivato in casa Tenuta Asinara, l’Hassan 2012, ha sicuramente le stigmate del predestinato. Perché quando Giacomo Tachis pose a dimora il vigneto individuò subito quale fosse la porzione di terreno più vocata per il Cabernet Sauvignon, la sommità della dolce collina che guarda il Golfo dell’Asinara, nutrendosi del sole e del vento che questo fortunato terroir gli mette a disposizione.
Con la vendemmia 2012 prende vita il progetto-Hassan: oltre al Cabernet Sauvignon proveniente dal “Cru”, si opera una selezione in vigna delle migliori uve Merlot, Cabernet Franc e, in onore alla nostra Madre-Terra, Cannonau. I vini così ottenuti vengono poi assemblati e fatti riposare in barriques francesi per poco più di un anno, dopodiché l’intera massa viene trasferita nei modernissimi silos tronco-conici in acciaio inox per l’affinamento finale prima dell’imbottigliamento. A fine gennaio 2015 il prezioso nettare viene versato nelle eleganti bottiglie sobriamente etichettate.
E’finalmente, nei nostri calici si manifesta Hassan, vino capace di coniugare al meglio vigore corsaro e magnificenza regale, seguendo le orme del personaggio che ne ha ispirato il nome.
Il colore rubino splendente bordato di riflessi violacei dichiara la giovane età, ma il prode Hassan possiede già i tratti definiti e la stoffa del fuoriclasse, predestinato in grado di confermare le aspettative, come si diceva in apertura.
Al naso presenta una lunga serie di ammalianti sentori, dalla confettura di frutti rossi a un delicato vegetale, dalla speziatura dolce a quella più decisa, il tutto racchiuso da un’elegante cornice balsamica.
L’assaggio è imponente, con le componenti gliceriche e alcoliche bilanciate dalla decisa ma raffinata trama tannica e dalla sapidità di forte impronta territoriale. Un sorso appagante e lunghissimo, con un’elegante finale (per modo di dire, perché sembrerebbe non finire mai) in cui la balsamicità guida abilmente la pariglia di frutti e spezie che si rincorrono a vicenda.
Un vino che già si propone tra i grandi rossi isolani e che lascia intravvedere un luminoso futuro di esaltanti verticali.
Degno contraltare a grandi piatti di selvaggina e a saporiti pecorini stagionati, ha una complessità e una versatilità tali da consentire accostamenti apparentemente arditi.
Nessuno si scandalizzi, perché l’abbiamo sperimentato (non senza sorpresa, certo) direttamente, se indichiamo come riuscito anche l’accostamento a dolci al cioccolato caratterizzati da un contenuto dosaggio di zucchero.

Link Articolo Originale in coghina