6 Aprile 2016 recensione scritta dal Sommelier Giorgio Demuru
Nel mondo della viticoltura, numerosi e variegati possono essere i percorsi che portano alla nascita di un vino. In alcuni casi può essere frutto di un progetto ben definito, in altri può prevalere la casualità o, meglio ancora, l’intuizione che, supportata da determinazione e sana testardaggine, porta a conseguire un obiettivo per molti irraggiungibile. E proprio una felice intuizione, corroborata dalla capacità di affrontare senza timori le sfide del “nuovo”, ha portato Roberto e Grazia Sassu, titolari di Tenuta Asinara, ad immaginare un prodotto del tutto inedito nel panorama enologico isolano, un vino rosso passito che affiancasse al cannonau i vitigni del tradizionale taglio bordolese. Sulla scia degli eccellenti risultati dell’Hassan 2012, immediatamente riscontrabili già durante la fase di lavorazione e affinamento del vino in cantina, si decise di sperimentare, con la vendemmia 2013, una versione passita. Per cui, dopo cinque mesi di appassimento delle uve, si diede il via alla vinificazione con successiva permanenza in barrique per 36 mesi e adesso, finalmente, possiamo versare questo autentico fuoriclasse chiamato Hassan Passito. Uno smagliante manto granato illumina il bicchiere, percorso lentamente da un nettare quasi masticabile che lascia dietro di sé archetti e lacrime fitti, per niente intenzionati ad abbandonare in tempi brevi le pareti di vetro. Al naso esplode un ricco bouquet, sospinto anche dalla corposa dotazione alcolica. La frutta sotto spirito prevale al fotofinish, seguita a ruota da un floreale di rose scarlatte, da un vegetale di macchia mediterranea e da una ricca speziatura, articolata in un lungo elenco, da quella dolce di tabacco e vaniglia alle note più decise che virano verso la tostatura e la torrefazione. Fanno capolino qua e là lievi toni ossidativi, regolarmente previsti dal protocollo di lavorazione. Un’ipnosi olfattiva, rafforzata da un continuo dischiudersi di nuovi descrittori, che sembrerebbe rinviare all’infinito il momento dell’assaggio.
Che al fine giunge, per fortuna. Ed è una vera benedizione, perché un gusto così potente, pieno, equilibrato ed elegante non si incontra con frequenza. Una dolcezza gentile, sostenuta da alcol e glicerina, che inizialmente sembra avere la meglio venendo però immediatamente scossa da una vigorosa sferzata fresco-sapida, molto territoriale, e da un tannino ben presente ma vellutato che dà l’idea di disegnare la cornice definitiva alla degustazione. L’infinita persistenza fa ricadere sui toni ipnotici, ritardando in continuazione il ritorno alla realtà. Con erborinati, magari non troppo piccanti, troverebbe valido affiancamento, così come in presenza di dolci al cioccolato. Ma è anche uno spirito libero, in grado di reggere l’assolo. Un superbo compagno di amichevoli conversazioni, in cui però è sempre lui a condurre il gioco.Davvero un’eccellenza, l’Hassan Passito, capace di rinnovare per l’ennesima volta la magia dei vini di qualità: un percorso virtuoso che, prendendo vita dalla vite, porta nel bicchiere tutta la ricchezza di un territorio.